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LA CAPPELLA DEI MISTERI (Chiesa di S. Domenico)
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Dal lato destro della chiesa di S. Domenico si accede alla magnifica Cappella dei Misteri nella quale vengono conservate le Sacre Immagini della processione del Venerdi Santo mattina. Essa rappresenta un fulgido esempio di barocco pugliese, una delle rare testimonianze al di fuori dalla terra salentina.

Risale al 1574 la concessione, da parte dei Domenicani, di una cappella ad una associazione laica, devota al SS. Rosario, fondata in detta chiesa nel 1559. I padri di S. Domenico, essendo priore fra' Ambrosio Paladino di Bitonto, "... concedono alla Confraternita del SS.Rosario, di cui era priore Pascarello Ganguto, una cappella nella chiesa di San Domenico, nel corno destro, nel frontespizio della cappella di S. Pietro Martire...".
L'attuale ala liturgica della Cappella dei Misteri, originariamente costituita da tre cappelle, viene eretta intorno al XIV secolo sul suolo della chiesa medievale di S. Nicola del Mercato; la chiesa e il relativo convento, invece, si ergono sul suolo dell'antica piazza del mercato e su quello di "diverse case con giardino". Originariamente costituita da un unico altare, la Cappella viene integrata da un secondo altare dedicato a S. Domenico in Soriano verso la fine del XVII secolo, e da un terzo altare nel 1706. A questa data, pertanto, si riferisce il trasferimento dell'altare del Rosario nella terza cappella, mentre la primitiva cappella è adibita ad oratorio.
Verso la fine della prima metà del XVII secolo la chiesa sarà ampliata e trasformata a croce latina; inoltre si arricchirà della tela di S. Domenico a Suriano, commissionata a Francesco Caivano nel 1648. Verso la fine di detto secolo e gli inizi del  XVIII saranno imbarocchite la cappella dei Misteri o degli Angeli e la chiesa; inoltre l'altare del Rosario sarà traslato, nel 1739, nella croce della stessa, in "cornu evangelii" dell'altare maggiore e sarà abbellito da una tela commissionata dalla Confraternita del Rosario a Pablo De Majo; mentre, con molta probabilità, la famiglia Spinelli commissionerà ai fratelli Giuseppe e Saverio De Musso la tela di S. Tommaso e S. Vincenzo Ferreri.
Il cappellone dei Misteri, della lunghezza di sei metri ed, attualmente, architettonicamente formato da due cappelle, ospita due altari per l'esposizione di due statue, quella dell'Immacolata, e, dal 1739, quella della Addolorata.
La seconda cappella, che accoglie, anche, le cinque nicchie, viene dedicata, ai Misteri nel 1730. Nello stesso anno, infatti, l'andriese Nicola Capurso, abitante in Giovinazzo, si impegna, per il prezzo di cinquanta ducati di rame, ad incavare "nella cappella della Vergine del Rosario eretta dentro la Ven.le Chiesa dei RR.PP. di S.Dom.co cinque nicchi alla parte del muro di d.tta cappella alla parte della sacristia di esso Conv.to per riponerci li cinque Misteri della Passione di Nostro Signore, con sfondare detti nicchi dentro l'istessa fabbrica a proportione delle statue ... e secondo il disegno fatto da me m.o Nicola firmato ... con farci sopra il pieno delli quattro nicchi, che vengono due alla parte di detto muro che corrisponde all'altare (del Rosario) e due altri alla parte della Cappella del SS.mo Crocifisso, la Pittura, ed il quinto nicchio, che viene nel mezzo, e sopra di esso la finestra tonda". Il contratto, firmato il 26 settembre 1730, prevede la consegna entro il mese di ottobre.
Tra le maestranze locali che hanno concorso a stuccare l'oratorio si segnala Nicola Valentino, dimorante a Molfetta; sotto la cui guida e progettazione, nel 1757, hanno prestato la loro opera gli stuccatori Geronimo Lo Vero e Geronimo Maranducciolo. Al pittore Vincenzo Molignano sono invece commissionati nel 1768 "cinque quadretti della Passione da collocare nell'oratorio della Confraternita".
Il Lunettone sormontante le nicchie, affrescato con raffigurazioni di angeli e simboli della Passione, è opera della bottega bitontina, databile ai primi decenni del XVIII secolo; sul margine inferiore sinistro, a pittura, è scritto: "Archiconfratres ss.rosarii hoc opus fieri curarunt"; con riferimento alla datazione è lecito avanzare l'ipotesi che l'iscrizione sia stata fatta all'indomani del 1874, anno in cui la confraternita rivolge istanza al Re per ottenere il titolo di Arciconfraternita o, più verosimilmente, che sia stata manomessa con l'aggiunta posteriore del prefisso "archi".
Numerosi e diversi interventi di restauro hanno coinvolto il Cappellone e le nicchie; tra gli altri, si menzionano l'indoratura dei telai lignei ad opera dell'indoratore Francesco Minnuto nel 1753, il rifacimento delle vetrine, come si evince da una iscrizione, a pittura, all'interno della nicchia centrale ("A divozione di Vincenzo Maggio - nel suo priorato e Nicolasanto Carelli - A.D.1859"), e la mattonatura dell'altare dell'Addolorata, la dipintura della zoccolatura, l'installazione di un lampadario elettrico, a spese della Arciconfraternita e con il contributo dell'on. Aldo Moro nell'anno 1964.
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- Testo tratto dal sito ufficiale dell' Arciconfraternita di Maria SS. del Rosario.
- Foto a cura del dott. Francesco Stanzione (29 ottobre 2010).