Composto nei primi anni del novecento dal canonico Cepollaro su versi del vescovo Pasquale Berardi.
Eri bella come rosa,
la di Gerico sul prato.
Or sì mesta, sì pietosa,
dal sembiante scolorato,
sembri al suol reciso fiore,
ricoperto di pallore!
Muta ognor ripensi afflitta,
l'Unigenito tuo Figlio,
d'una spada al sen trafitta,
con la lagrima sul ciglio:
sei da tutti abbandonata,
Madre santa desolata! (2x)
Canta, o flebile veggente:
a chi fia che ti somigli,
di Sion figlia dolente?
Fra le angustie e fra i perigli,
grande, o Madre del Signore,
come il mare è il tuo dolore!
Tu che passi per la via,
vedi e dì se mai fu pena,
sì crudel come la mia
e se puoi tu il pianto frena:
sei da tutti abbandonata,
Madre santa desolata! (2x)